Lo Stretto delle Bocche di Bonifacio è il braccio di mare tra la Sardegna (capo Testa e Punta Falcone) e la Corsica (capo Pertusato) di alta valenza ambientale per l'eccezionale rilievo paesaggistico e per la notevole varietà di habitat presenti.
Per il suo status giuridico di stretto internazionale, è attraversato ogni anno da migliaia di navi, in particolare da quelle che trasportano carichi pericolosi ed inquinanti, quali petroliere, chimichiere e gasiere, molte delle quali ormai vetuste o non dotate del doppio scafo o tecnologia equivalente.
I forti venti di maestrale e ponente che, per effetto venturi, aumentano la loro intensità quando si incanalano attraverso lo Stretto, influenzano notevolmente le condizioni meteo marine e di conseguenza la navigazione marittima attraverso lo Stretto.
La navigazione è complicata anche dalla complessa morfologia costiera frastagliata, dai bassi fondali esistenti nello stretto, dalla presenza delle isole dell'Arcipelago di La Maddalena (Sardegna) e di Lavezzi e Cavallo (Corsica) e dalle numerose secche e scogli affioranti.
Questi fattori rendono lo Stretto delle Bocche di Bonifacio "altamente vulnerabile", ad elevato rischio di inquinamento marino da idrocarburi e sostanze tossico-nocive.Lo Stretto è compreso nella zona di applicazione del piano di cooperazione internazionale franco-italo-monegasco RAMOGEPOL che designa le rispettive autorità competenti a coordinare l'azione congiunta dei tre paesi in caso di inquinamento accidentale nella zona RAMOGE (istituita in seguito alla nascita dell'Accordo RAMOGE); in funzione della loro alta vulnerabilità le Bocche di Bonifacio sono state scelte nel 2007 come scenario per l'esercitazione annuale e gli incontri tra le Autorità dei tre Paesi.
Il progetto SOS-Bocche di Bonifacio vuole realizzare un innovativo sistema di previsione e monitoraggio della circolazione marina per la gestione delle emergenze ambientali dovute ad eventuali versamenti in mare di idrocarburi (oil spill).
Gli oil spill sono "perdite" di petrolio dalle navi che possono avvenire per cause accidentali (collisioni tra navi, incagli ecc...) o volontarie (scarico acque di sentina, di zavorra e di cisterna sporche).
Il sistema prevede l’utilizzo integrato di:
- modelli numerici di analisi/previsione della circolazione marina “annidati” a diverse scale spaziali; - modelli numerici di analisi/previsione della circolazione atmosferica a mesoscala;
- osservazioni meteorologiche da stazione remota (stazione meteo di Guardia Vecchia); - misure lagrangiane del campo di corrente superficiale mediante boe galleggianti (drifter); -moduli di oil spill per la simulazione della diffusione e processi di weathering dell'idrocarburo.
Il Responsabile scientifico Dott. Roberto Sorgente Foto: Marcello Andelmi
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