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Le Bocche di Bonifacio hanno sempre suscitato un grande interesse dal punto di vista naturalistico e meteorologico.

Per l’elevata rilevanza naturalistica, in ragione delle particolari caratteristiche ecologiche dei territori marini e costieri e della grande biodiversità, nelle Bocche di Bonifacio sono state istituite alcune aree protette, quali la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, il Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, il Santuario Internazionale per la Protezione dei mammiferi Marini del Mediterraneo, noto anche come "Santuario dei Cetacei" e l’istituendo Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio.

Per “l’Arcipelago di La Maddalena e le Isole delle Bocche di Bonifacio” è previsto l’inserimento nella lista dell’UNESCO, quale patrimonio dell’Umanità.

Sono presenti numerose specie di organismi salvaguardate dalla normativa nazionale, comunitaria ed internazionale (Direttiva Habitat, Direttiva Uccelli Selvatici, Convenzione di Berna, Lista Rossa dell’IUCN, Accordo Internazionale ACCOBAMS), in alcuni casi considerati anche indicatori ambientali dell’ecosistema marino-costiero.

 


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Petroliera in transito lungo le Bocche di Bonifacio. Foto: A.Fozzi

E' una zona interessante dal punto di vista meteorologico poiché caratterizzato spesso da condizioni meteo marine sfavorevoli alla navigazione essendo un’area esposta ai forti venti di maestrale e ponente che, per effetto Venturi, aumentano la loro intensità determinando la formazione di forti campi di corrente con altezze d'onda che riducono la sicurezza nell'attraversamento dello Stretto.

Il fattore meteorologico viene amplificato dalla presenza di numerose isole, isolotti, scogli e secche che restringono notevolmente l’ampiezza del canale rendendo il transito delle navi molto più pericoloso con la conseguenza che un qualsiasi incidente di “normale gravità” potrebbe trasformarsi in un vero e proprio disastro ecologico.

Si ha memoria di sinistri marittimi dagli anni ’70, con il coinvolgimento di navi e imbarcazioni che potenzilamente potevano, o hanno provocato, un inquinamento marino, sia per il loro carico trasportato che per il rilascio a mare del proprio carico di carburante, generando in questo modo un oil spill.

Fonte: REMPEC



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