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Le Bocche di Bonifacio sono il braccio di mare ubicato tra la Sardegna e la Corsica attraverso il quale avviene l'interscambio delle correnti fra il Bacino Tirrenico ed il Bacino Algero-Provenzale.

Le Bocche di Bonifacio. Foto: Chiara Della Mea

La distanza minima tra la Corsica e la Sardegna è di 12 Km, l'apertura orientale è limitata per circa la metà della sua larghezza dalla presenza dell'Arcipelago di Lavezzi (Corsica) e sulla sponda opposta dall'Arcipelago di La Maddalena (distanti tra loro circa 7 Km).

L'Arcipelago di La Maddalena è costituito da 7 isole maggiori quali l'isola madre, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Santa Maria, Razzoli e Budelli a cui si aggiungono il gruppo delle isole di Mortorio, Nibani, e l'isola delle Bisce e circa 60 isolotti e scogli affioranti, che fanno da corollario alle isole maggiori per un totale di 50 Km2 di estensione e un relativo sviluppo costiero di circa 180 Km.

L'Arcipelago della Maddalena separa le Bocche di Bonifacio in senso trasversale in due rami secondari: il ramo a Nord-Est detto "Bocca Grande" e il ramo a Sud-Est chiamato "Canale di Bucinara".

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Estratto da NAUTICARD n.3221.1 in scala 1:100.000 Porto Vecchio-Bonifacio, Santa Teresa di Gallura-Porto Cervo

Le Bocche di Bonifacio sono considerate una delle zone più belle del Mediterraneo con caratteristiche naturali di assoluta rilevanza ed unicità; per la valorizzazione e la conservazione delle particolari caratteristiche ecologiche e gli elevati valori ambientali di questo tratto di mare sono state istituite delle aree protette nazionali ed internazionali, quali la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, il Santuario Internazionale per la Protezione dei mammiferi marini del Mediterraneo, noto anche come "Santuario dei Cetacei" e l’istituendo Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio:

Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio: è la porzione francese del costituendo Parco Marino Internazionale tra Corsica e Sardegna, copre una superficie di circa 79.000 ettari di mare.

Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena: parco geomarino istituito con la Legge n°.10 del 1994 e con D.P.R. del 17 maggio 1996; è il primo Parco Nazionale della Sardegna e l'unico in Italia costituito dal territorio di un solo comune che è stato riconosciuto, ancora prima dell'istituzione del Parco, come Sito di Interesse Comunitario (SIC ITB010008) sulla base della Direttiva Habitat 42/93 CEE.

Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio: il procedimento per la sua istituzione è ancora in fase di elaborazione da parte delle Autorità preposte italiane e francesi.

Santuario Internazionale per la Protezione dei mammiferi Marini del Mediterraneo: istituito con legge 11 ottobre 2001, n.391 ed iscritto nella Lista delle Aree Specialmente protette di Importanza Mediterranea (Lista ASPIM) prevista dal protocollo della Convenzione di Barcellona per la conservazione della biodiversità e la lotta ad ogni forma di inquinamento; le Bocche di Bonifacio rientrano all'interno di questa area che copre una superficie di 87.500 Km2 e che ospita la più alta concentrazione di cetacei del Mediterraneo. Quest'area è regolarmente frequentata da consistenti popolazioni di Balenottere comuni (Balaenoptera physalus) e Stenelle (Stenella coeruleoalba) ed è attraversato da Capodogli (Physeter catodon), da Globicefali (Globicephala melas), da Grampi (Grampus griseus), da Tursiopi (Tursiops truncatus) e da Delfini comuni (Delphinus delphi).

Per “l’Arcipelago di La Maddalena e le Isole delle Bocche di Bonifacio” è previsto l’inserimento nella lista dell’UNESCO, quale patrimonio dell’Umanità.

Sono presenti numerose specie di organismi salvaguardate dalla normativa nazionale, comunitaria ed internazionale (Direttiva Habitat, Direttiva Uccelli Selvatici, Convenzione di Berna, Lista Rossa dell’IUCN, Accordo Internazionale ACCOBAMS), in alcuni casi considerati anche indicatori ambientali dell’ecosistema marino-costiero.

Foto: Marcello Andelmi

 

Sono presenti le fanerogame marine Posidonia Oceanica e Cymodocea nodosa, i molluschi  Pinna (Pinna nobilis) e Patella gigante (Patella ferruginea nelle due varietà lamarcki e rouxi), le alghe Lithophyllum lichenoides e Cystoseira amentacea, la tartaruga marina Caretta caretta, la cernia bruna (Epinephelus marginatus) e Corvina (Sciaena umbra) e vari uccelli tra cui il Gabbiano corso (Larus audouinii), la Sterna comune (Sterna hirundo), la Berta maggiore (Calonectis diomedea), la Berta minore mediterranea (Puffinus yelkouan), l'Uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus melitensis) e il Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii)

Le Bocche di Bonifacio rientrano nella categoria degli "Stretti utilizzati per la navigazione internazionale" regolata dalla "Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del Mare" (UNCLOS) meglio conosciuta come la Convenzione di Montego Bay.

Come tutti gli Stretti Internazionali sono soggette ad un preciso regime giuridico: per tali stretti sono stabilite sia la libertà di transito, intesa come navigazione continua e solerte, che il passaggio inoffensivo.

Il traffico marittimo è rappresentato principalmente dalle navi mercantili che attraversano le Bocche secondo l'asse est-ovest (diverse decine di navi al giorno), mentre il traffico che avviene in direzione nord-sud riguarda principalmente le navi passeggeri (circa 10 collegamenti quotidiani) ed è molto intenso ed in continua espansione durante il periodo estivo, sopratutto tra Bonifacio (Corsica) e Santa Teresa di Gallura (Sardegna), oltre alle 5.000 imbarcazioni da diporto presenti mediamente in questa zona durante la stagione estiva.

Nave da crociera mentre attraversa le Bocche di Bonifacio. Foto: Barbara Sorgente

Dal 1993 l'Italia, con il Decreto del 26 febbraio 1993 della Marina Mercantile Italiana, e la Francia, con ordinanza del 15 febbraio della Prefettura di Tolone, hanno vietato il transito alle navi cisterne battenti bandiera italiana e francese che trasportano idrocarburi e altre sostanze pericolose e nocive, come definite dalle convenzioni internazionali in vigore nei due Paesi.

Sulla base di questi decreti il divieto della navigazione in tale Stretto non si applica alle navi mercantili battenti bandiere di Stati terzi e alle navi italiane e francesi vuote o che trasportano carichi diversi, le quali, anche se opportunamente zavorrate, costituiscono comunque un fattore di rischio ambientale in caso di incidente per la presenza di carburante nei loro serbatoi (una superpetroliera può contenerne fino a 5.000 tonnellate).

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Bonifacio e la Corsica viste dalla nave oceanografica Urania del CNR

Le Bocche di Bonifacio fotografate dalla N/O Urania del CNR. Foto: Alberto Ribotti

Tale divieto ha comportato una riduzione del traffico marittimo ma lascia necessariamente la possibilità di passaggio a navi di altre bandiere spesso in condizioni di scarsa sicurezza (sopratutto mancanza del doppio scafo o tecnologie simili) e di cattiva manutenzione; ne sono un esempio le navi della flotta mercantile turca, ai primi posti per navi interdette ai porti comunitari.

Con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 29 luglio 2008 "Definizione dell'area di controllo del traffico marittimo delle Bocche di Bonifacio ed attivazione del relativo centro di controllo presso la Capitaneria di porto di La Maddalena" è stato attivato il centro VTS (Vessel Traffic Service) delle Bocche di Bonifacio la cui denominazione internazionale è "Bonifacio Traffic" con sede presso il comprensorio di Guardia Vecchia, sotto l'autorità della Capitaneria di porto -Guardia Costiera di La Maddalena.

Il centro VTS "Bonifacio Traffic" esercita l'attività di controllo del traffico marittimo in transito in un'area specifica individuata nelle Bocche ed eroga un servizio informazioni sulle condizioni di navigazione e i pericoli esistenti, fornisce anche assistenza su richiesta della unità navale o quando ritenuto necessario in presenza di circostanze che costituiscono pericolo per la sicurezza della navigazione, per la salvaguardia della vita umana in mare o per l'ambiente marino e costiero.

VTS Guardiavecchia

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Centro VTS Bonifacio Traffic- Stazione di Guardiavecchia (Isola di La Maddalena)

Il traffico delle navi di stazza lorda uguale o superiore alle 300 tonnellate è regolato mediante un sistema di rapportazione navale obbligatorio (sistema BONIFREP) ed uno di instradamento, raccomandato, su due rotte, ai sensi del Decreto Ministero dei Trasporti e della Navigazione 27 novembre 1998 "Disposizioni relative all'organizzazione del traffico nelle Bocche di Bonifacio".

Tratto da: Ships'Routeing, eigthth edition 2003, IMO, London 2004.

Inoltre, nel 2001, il Governo Italiano ha siglato un Accordo Volontario con le Confederazioni industriali, Associazioni ambientaliste e le Organizzazioni sindacali, per l'attuazione di una serie di interventi per il conseguimento di più elevati standard di sicurezza nel trasporto marittimo di sostanze pericolose; sulla base di tale Accordo dal 1 luglio 2001 l'industria nazionale si è impegnata a noleggiare navi che non attraversano lo Stretto Internazionale delle Bocche di Bonifacio.

Durante l'era terziaria (65-1,8 milioni di anni fa) numerose e complesse vicende paleogeografiche hanno determinato la separazione della Sardegna dalla Corsica delineando quello che oggi è conosciuto come le "Bocche di Bonifacio".

L'Arcipelago di La Maddalena e le isole di Lavezzi e Cavallo sono il risultato dello smembramento avvenuto poichè mostrano continuità con il basamento cristallino del massiccio sardo-corso di età paleozoica e per la presenza di piattaforme di abrasione, profonde in media tra i 50-70 m a litologie granitico- metamorfiche del substrato paleozoico, formatesi durante le fasi regressive e trasgressive glacio-eustatiche del tardo Terziario e del Quaternario.

Da queste piattaforme si elevano rilievi isolati residuali, generalmente granitici che danno luogo a secche a bassa profondità o a scogli affioranti; attualmente le piattaforme di abrasione sono ricoperte di sedimenti clastici sabbiosi-conglomeratici.

 Foto: Marcello Andelmi

La fascia costiera dell'area presenta la tipica conformazione costiera gallurese dove il litorale ha una morfologia con andamento frastagliato, in cui sono frequenti rias (valli di origine fluviale attualmente invase dal mare) e falesie di varie dimensioni aventi una distribuzione ineguale nelle singole isole.

Sono molto caratteristiche le figure di erosione quali i tafoni, i conchi e le erosioni alveolari all'interno dei conchi e meno frequenti i "tor" ed i massi confinati nelle zone di intensa fratturazione, tipici della Gallura.

Foto: Marcello Andelmi

   Spargi: Testa della Strega. Foto. M.Andelmi          La Maddalena: Testa del Polpo. Foto: B. Sorgente

La maggior parte delle spiagge sono di dimensioni limitate, sono distribuite in modo ineguale nelle singole isole e si sviluppano prevalentemente a ridosso dei venti del IV quadrante.

Le spiagge ricevono apporti detritici di natura quarzoso-feldspatiche prevalentemente dall'erosione meccanica prodotta dalle moto ondoso, mancano gli apporti fluviali poiché la rete idrografica superficiale è costituita da brevi corsi d'acqua a carattere prevalentemente torrentizio.Oltre che da sedimento silicoclastico, le spiagge sono formate anche da una notevole componente biogena proveniente dai fondali antistanti e trasportate dalle correnti di deriva e dalle correnti litorali per cui alcune spiagge ricevono buoni apporti di sedimenti bioclastici.

Foto: Barbara Sorgente

 

Un esempio famoso è dato dalla "Spiaggia Rosa", situata lungo la costa sud-orientale dell'Isola di Budelli, in cui la battigia mostra una particolare colorazione rosa per l'apporto di frammenti di scheletri di briozoi, principalmente Myriapora truncata e del foraminifero Miniacina miniacea, microrganismo che vive sulla Posidonia oceanica.

La "Spiaggia Rosa" rientra nella zona A (zona a tutela integrale) dell'area del Parco Nazionale di La Maddalena; sono vietati l'accesso, il transito, la sosta e la balneazione.

Link alle norme di salvaguardia ambientale della Spiaggia Rosa.



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